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发表于 2009-8-28 12:49
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比安奇:重启真正的都灵
比安奇:重启真正的都灵
“意乙是我欠下的债,我不会走”
090825 都灵体育报
——为了赢得更多的小球迷,我们必须立即重建公牛之家,然后建立一个美好的未来。谦虚,团结,格罗塞托一战就是正确的路径。每一个人都要比队友跑得更多,成果也就可以看到了。凯洛没有把我卖掉,这让他做出了巨大的牺牲。我必须在球场上回报他。我在这很好,我要扎根在这。感谢卡莫莱塞,他是一个好人。帮助?希望我们的人民能允许我们在训练中犯错。——
罗兰多·比安奇,如果你保持每场打进2球的效率,那么赛季结束的时候就会有84个进球……
“这是个不坏的玩笑。但我是一个迷信的人,所以我不会说,我想用事实说话。”
这当然是个玩笑,不过像你这样的射手在意乙用2个进球作为开局却是可以预料到的。
“如果球队处在能进球的状态,那前锋就能进球。进球在任何级别的比赛都永远不会是轻松的。我的队友在格罗塞托一战的表现非常出色,我们有这样的实力。”
顽强坚韧,奉献精神和职业能力,这仍然是比安奇的坚实基础。
“我的足球就是汗水,奉献和始终如一的勤奋。夏天可以娱乐,我退役之后的所有时间也可以娱乐。晚上和一位美女外出还是在圣西罗进球,我会毫不犹豫地做出我的选择。”
你在都灵已经度过了1年,告诉我们比安奇认为什么是公牛?
“公牛是激情,是牺牲,是自豪,是一种归属感。告诉我还有多少球队能在降级之后在盛夏的一个星期五把数以千计的人吸引到格罗塞托去。都灵就能创造这样的魔力。都灵有着非常坚实的根基,是一种一代代传承的信念。现在,我们需要做我们的事。我们必须吸引许多的孩子,唯一的办法就是胜利。”
球队降级之后你第一个说出“我不会走,我要留下来帮助球队返回甲级”,漂亮的启程。
“我是坦率的人,我说出我的想法,事实上绛红色的我也很开心。意甲才是都灵应该在的地方,我们欠我们的支持者。我们现在有机会改正错误,当然,今年不能再犯错了。”
凯洛主席把你列入了非卖品名单,为此他放弃了很多金钱。
“不能否认,这让我感到高兴。但口号或者言语不能回报如此的信任,我必须在球场上为我说话。”
你真的想要扎根都灵吗?
“足球当中永远不能说永不,不过我在都灵确实过得很好。是的,我想在都灵城里买房。”
哪块区域呢?
“我没有特别想要的区域,只要是我真正喜欢的房子。”
看起来你确实得到了公牛支持者的喜爱。
“这让我引以为荣。我做到了,没有伪装,没有走捷径。我的父母也是这样教育我的,职业生涯应该是辛勤努力的,而不是向皮条客一样行为。我是一本敞开的书,只要看着我的脸就能知道我是谁,我在想什么。我是坦白直接的人。这是一个尊严的议题,一份永远不应该丢失的价值。我们非常注重这样的事情,那就是球员离开了,退役了,但人还在。”
又一条好消息……
“说到消息,我想通过都灵体育报公开感谢卡莫莱塞。我在格罗塞托打进2球之后收到了他的短信,他表扬了我。我相当兴奋,因为对我来说他是一位重要的教练。我得到了他立即的信任。他相信我的能力,他是一个忠实的人,非常出色。都灵人民给他的爱是他应得的,因为他是一个特别的人。”
阿布鲁斯卡托也应该得到你公开的感谢,他把9号球衣让给了你……
“不仅仅是足球,这对我的一生来说都是一个重要的号码。我一直都穿着9号球衣踢球,这是我无法抗拒的号码。是的,谢谢你,埃尔维斯。”
凯洛把你留在了都灵,你在踢意乙。严肃地说,在世界杯年里你是否对国家队的召唤有所期盼?
“这是一个几乎不可能的梦。都灵对我来说就是国家队,我希望能在球队层面和个人层面都能完成一个伟大的赛季。”
成功路上的困境必须应对得当。客场拿下3-0之后所有人都非常兴奋……
“的确如此。我们的表现会经常得不到成果,所以我们要能熟练地应对这种状况。我们只有一个目标,那就是尽快地返回意甲。我们要永远谦逊,但也要知道我们的潜力。如果可以的话,我还想对我们的球迷说些什么。有时在训练中我们的失误会引来口哨或者怨言。相信我,这无助于我们球员。我并不是说要给我们掌声,但起码不要把失误看得太重。”
真正的训练应该是这样的。
“训练中不怕犯错才能在比赛中不犯错。踢足球是快乐的,不要害怕犯错。如果受到公众态度的影响而无法提升,那么危机也就不远了。这是小事情,但我向你保证这很重要。”
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Bianchi: «Rilanciamo il vero Toro»
Intervista esclusiva al bomber: «La B è un debito, non potevo andarmene»
BIANCHI «La promozione in Anon basta Dobbiamo arrivare al cuore della gente perché i bambini tornino a diventare granata»
Per conquistare tanti piccoli tifosi dobbiamo subito riportare il Toro a casa, poi costruire un bel futuro. Quella di Grosseto è la strada giusta: umiltà e unità. Nessuno ha evitato una corsa in più per il compagno e i risultati si sono visti Cairo ha fatto un grosso sacrificio a non vendermi: mi devo sdebitare in campo. Qui sto bene, vorrei mettere radici e viverci. Ringrazio Camolese, un grande uomo. Un aiuto? Per migliorare, la nostra gente ci permetta di sbagliare in allenamento
TORINO, 25 agosto - Rolando Bianchi, se manterrà la media di due gol a partita, a fine campionato potrà arri­vare a quota 84...: «Non male come battuta. Però siccome sono scaramantico non dico nulla, voglio che parlino i fatti».
Ovviamente era una celia. Comunque da un centravanti come lei, in serie B, ci si attende la doppia cifra che cominci con un 2 nella classifica dei marcatori.
«L’attaccante fa gol se la squadra riesce a metterlo nelle condizioni di farlo. Segnare non è mai facile, in qualsiasi categoria: i miei compagni sono stati bravissimi a Grosseto, dobbiamo confermarci su questi livelli».
La tenacia, lo spirito di sacrificio e la cultura del lavoro restano le solide basi di Bianchi.
«Il mio calcio è sudore, sacrificio, applicazione costante. Per divertirsi c’è l’estate, poi avrò tutto il tempo a fine carriera: se devo scegliere tra uscire la sera con una bella ragazza o segnare a San Siro io non ho dubbi».
Fa gol con la ragazza?
«No, mi tengo la prodezza per S. Siro».
Dopo un anno in granata, ci faccia capire: che cos’è il Toro per Bianchi?
«Il Toro è passione. E’ sacrificio. E’ orgoglio. E’ senso di appartenenza. Ditemi quante altre squadre, dopo una retrocessione, sarebbero riuscire a portare più di mille persone a Grosseto, in un venerdì di piena estate. Il Toro ha saputo creare anche questa magia. Il Toro ha radici solidissime, è una fede che si tramanda da una generazione all’altra. Noi ora dobbiamo fare la nostra parte, dobbiamo convincere tanti bambini a tifare per il Toro: per riuscirci c’è una sola strada. Vincere».
Dopo la retrocessione lei è stato il primo a dire: «Io non scappo. Io resto per contribuire a riportare il Toro in A». Un bel modo per ripartire.
«Io sono spontaneo, ho detto ciò che pensavo e infatti sono felice d’essere granata. E’ la serie A la casa del Toro, abbiamo un debito nei confronti dei nostri tifosi. Dopo aver sbagliato abbiamo l’occasione di rimediare: certo quest’anno non potremo più commettere errori».
Il presidente Cairo l’ha subito inserita nella lista degli incedibili, rinunciando a tanti soldi...
«Questo mi fa piacere, non posso negarlo. Ma non è con gli slogan o con le parole che devo sdebitarmi di tanta fiducia: sarà il campo a parlare per me».
E’ vero che vuol mettere radici a Torino?
«Nel calcio mai dire mai, però di certo a Torino sto bene. Voglio comprare casa in città, sì».
Collina, Quadrilatero romano o centro storico?
«Non cerco una zona particolare ma un appartamento che mi piaccia davvero».
Come lei piace davvero alla gente del Toro...
«Ciò mi rende orgoglioso. Io sono fatto così, non sono un lecchino o un falso, e non cerco scorciatoie. I miei genitori mi hanno educato così: per fare carriera occorre sudare, non comportarsi da ruffiani. Io sono un libro aperto: basta guardarmi in faccia per capire come sto, cosa penso. Sono schietto, diretto: questione di dignità, un valore che non si dovrebbe perdere mai. Ci tengo molto a queste cose: i giocatori passano, la carriera finisce, l’uomo resta».
Un altro bel messaggio...
«A proposito di messaggi, attraverso
Tuttosport vorrei ringraziare pubblicamente Camolese. Dopo i due gol di Grosseto mi ha inviato un sms con tanti complimenti. Mi ha emozionato, anche perché per me lui è stato un allenatore importante. Mi ha subito dato fiducia, ha creduto nelle mie possibilità e poi è un uomo leale e di grandi valori. Merita l’amore che la gente a Torino prova per lui perché è una persona speciale ».
Anche ad Abbruscato dovrebbe tributare un pubblico ringraziamento. Le ha regalato la maglia numero 9 e lei s’è subito fatto onore...
«Quello è un numero importante per tutta la mia vita, non solo nel calcio. Ho sempre giocato con il nove, ormai ci so­no affezionato: quindi grazie Elvis, sì».
Cairo l’ha blindata al Toro, lei giocherà in B: ma se facesse particolarmente bene, chissà... Sia sincero, nell’anno dei Mondiali lei sogna una chiamata in Nazionale?
«E’ un sogno praticamente impossibile, la mia Nazionale sarà il Toro. Però io voglio disputare una grande stagione per ottenere risultati di squadra e a livello personale».
Per riuscirci dovrete essere bravi a gestire pure i momenti di difficoltà. Dopo uno 0-3 in trasferta chiunque avrebbe tanto entusiasmo attorno a sé...
«E’ verissimo. Ci saranno momenti in cui i risultati non premieranno le nostre prestazioni e lì dovremo essere abili a gestire la situazione. Abbiamo un solo obiettivo: riportare il più velocemente possibile il Toro in A. Dovremo essere sempre umili, però consapevoli delle nostre potenzialità. E se mi è concesso, vorrei ancora dire una cosa ai nostri tifosi. Talvolta, in allenamento, succede che un nostro errore venga accolto con i fischi o con i mugugni. Vi assicuro che questo non aiuta noi calciatori. Non dico di darci un applauso di incoraggiamento, però almeno di non far pesare troppo l’errore».
L’allenamento serve proprio per questo.
«Per non fallire in partita bisogna poter commettere qualche errore in allenamento, senza alcun timore. Il calcio dev’essere gioia di giocare, non paura di sbagliare. Se uno è condizionato dall’atteggiamento del pubblico non migliora, anzi, va ancor più in crisi. Sembrano cose da poco, invece vi assicuro che possono fare la differenza».
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